provo a dire la mia...
dico la verità, avrei voluto quotare tutti perchè qua non c'è chi ha ragione o chi torto. anche io vado molto a momenti.
Mi sono avvicinata al mondo delle moto all'età di 14 anni... dopo poco persi una persona molto importante, un motociclista di 21/22 anni che ebbe un incidente in macchina... la sua moto venne "regalata" dai genitori al suo migliore amico che pochi mesi dopo si schiantò contro un muro..
"eh no ma basta! io non voglio più sentir parlare di moto!"
passano così gli anni, fino a che un mio amico non mi invoglia a zavorrare sul suo cbr... dì, quando la passione c'è prima o poi torna fuori... e così sono ritornata in sella.
con un po' di coraggio decido poi di farmi una moto mia, ed ecco l'inizio della mia fine... i genitori che ogni volta che esci sembrano salutarti come se fosse l'ultima volta che ti vedono... di, ma lo sapete che si muore anche in casa? o in macchina? o a piedi? io mi stupisco che a mia nonna, che in bici va a zig zag, non l'abbiano ancora presa sotto...
e con non poca fatica sono riuscita a fargli capire tutto questo... oltre al fatto che senza moto non sarei felice, non sarei io... e così mi hanno lasciata in pace.
Poi è successa la tragedia.
Date la colpa a lui che probabilmente andava forte, date la colpa a qualche ignoto problema alla moto, date la colpa alla ghiaia o all'unica roccia in tutta la parete o a qualche animale che può aver attraversato la strada... sta di fatto che andrea non c'è più.
Forse in macchina si sarebbe fatto meno male, forse in bici si sarebbe sbucciato un ginocchio, forse a piedi si sarebbe salvato... ma questo vorrebbe dire immaginare andrea senza moto, senza la sua più grande passione... e non sarebbe lui.
Non condivido il pensiero di chi sostiene che in pista non si muore... mi ricordo ad esempio che un motociclista l'anno scorso a Misano fece una caduta stupida, ma morì perchè travolto da altre moto... però certo, magari sono casi isolati...
Non condivido neanche chi dice che in strada basta avere un margine di sicurezza... lo abbiamo appena visto, una persona che da 30 anni percorreva quella strada e la conosceva a memoria è appena morta proprio poche curve prima di arrivare a casa... fattori esterni che noi non possiamo calcolare e prevedere, a volte si mettono in mezzo e li non ci puoi fare niente... non ci sono margini che si possono mettere in preventivo.
Non condivido chi dice che, dopo le varie esperienze di "fratelli" morti in strada, ricopre con un telo la moto e amen... la passione è dentro ognuno di noi e prima o poi torna fuori. Io la domenica dopo il funerale ero in sella, non sono riuscita a fare mezza curva perchè ogni volta che vedevo una parete rocciosa mi mettevo a piangere e ho fatto retrofront verso casa... però ci ho provato e prima o poi riuscirò a ritrovare la tranquillità di prima...
anche perchè non voglio il fantasma del mio uomo che mi tira i piedi la notte... lui non mi vorrebbe così, io non mi vorrei così...
Quando è ora è ora... non c'è un ca**o da fare.
leot_21 ha scritto:
io mi son reso conto di quanto cazzo sia egoista sta passione... scatta la molla non tanto per noi stessi ma per chi ci circonda...
vedere le lacrime,il dolore nei volti, sentire le urla,e pensare che un tuo caro possa passarci ti fa ragionare...
questa è forse l'unica cosa che non riesco a commentare.. non saprei con quale delle due teste ragionare, se con quella della motociclista che segue la sua passione, o quella di colei che non ha visto tornare a casa il suo uomo...
De'