Modifica impianto frenante
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Modifica impianto frenante
Freni. La liberalizzazione del tuning
Dal 24 settembre 2010 anche in Italia si può sostituire e migliorare l’impianto frenante della propria moto (o auto) nel pieno rispetto della legalità. Brembo ci spiega come si è arrivati alla nuova legge
Tuning. L'Italia non è più la Cenerentola d'Europa
Il legislatore ha deciso di aprire questo mercato che finora era sostanzialmente bloccato da una normativa che prevedeva un processo di omologazione lungo e incerto.
Infatti, secondo il codice della strada, solo i costruttori di veicoli potevano concedere all’utente che ne faceva richiesta un “nulla osta” per modificare il sistema frenante della sua vettura o motocicletta.
Se un automobilista o motociclista circolava sulle strade pubbliche senza nulla osta e successiva verifica presso la Motorizzazione incorreva nel sequestro della carta di circolazione, in una pesante sanzione pecuniaria, nella necessità di reinstallare il sistema conforme e rifare il collaudo alla Motorizzazione Civile per riottenere la carta di circolazione.
Dal 24 Settembre, invece, tutte le imprese che operano nel settore automotive potranno vendere sistemi frenanti per una data vettura e motociclo con caratteristiche diverse da quelle del primo equipaggiamento, previo ottenimento di una omologazione pubblica.
L’utente finale, a sua volta, potrà acquistare questi prodotti omologati presso qualunque punto vendita specializzato e farli installare sul proprio veicolo, dopo aver effettuato una semplice procedura, e viaggiare in tutta sicurezza sulle strade pubbliche.
La novità è prevista nel nuovo art.75 del Codice della Strada (modificato con legge 27 febbraio 2009, nr 14) ed è stata resa operativa con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 10 settembre, del relativo decreto attuativo che contiene sia le indicazioni per le imprese costruttrici (sull’iter da seguire per ottenere l’omologazione dei sistemi frenanti, o di parte di essi, che si vuole mettere sul mercato), sia le indicazioni per gli utenti finali che acquistano questi nuovi componenti omologati.
In questo modo, il legislatore ha inteso liberalizzare questo comparto, da un lato favorendo la libera concorrenza tra aziende di componenti automotive, dall’altro permettendo all’utente finale, automobilista e motociclista, di migliorare il proprio sistema frenante; tutto questo con una procedura che mantiene la sicurezza delle auto e delle moto che montano impianti diversi da quelli originali.
Il Decreto attuativo e la procedura
Il decreto attuativo prevede la possibilità di modificare i “sistemi frenanti” per le categorie M1 (autoveicoli fino a 3,5 ton) e L3 (moto a due ruote superiori ai 50 cc).
Per “sistema frenante” s’intende l’insieme costituito dai dischi freno ed eventualmente “da uno o più dei seguenti accessori: pinze freno, pastiglie, adattatori pinze, tubazioni di collegamento, sensori e pompe per i motocicli”. Per “Modifica”, prescrive ancora il decreto, si intende l’installazione di un impianto frenante con “caratteristiche diverse rispetto all’impianto di primo equipaggiamento”, per quanto riguarda “i materiali utilizzati, le forme, la grandezza” uniti con elementi “combinati in modo diverso rispetto ai corrispondenti elementi dell’impianto originale”.
L’iter procedurale per ottenere l’omologazione di un componente prevede che l’azienda costruttrice ne faccia richiesta al Servizio Tecnico del Dipartimento per i Trasporti, che ne verifica la documentazione, i dati tecnici, i componenti, i veicoli strumentati.
Vengono poi eseguite prove funzionali e di durata, e solo alla fine la Direzione generale della Motorizzazione Civile rilascia il certificato di omologazione. A sua volta, l’utente che voglia installare questi prodotti omologati, deve acquistarli, recarsi da un installatore qualificato che monti i componenti secondo le istruzioni obbligatorie del costruttore e rilasci un certificato di installazione.
A questo punto l’utente può andare all’Ufficio della motorizzazione civile per effettuare il collaudo e ottenere l’aggiornamento della carta di circolazione.
Ovviamente l’utente finale non può scegliere a piacimento i componenti da installare, ma troverà dai rivenditori diversi “pacchetti” di componenti, già confezionati dal costruttore, tra i quali scegliere. Questo perché il pacchetto proposto è stato testato e verificato dal costruttore del sistema, cosa che non sarebbe possibile se lo stesso sistema venisse “assemblato” in proprio dall’utente finale.
L'esperienza Brembo nell'aftermarket
Come ci spiega il dottor Riccardo Cesarini (Direttore Brembo Performance), l'Azienda italiana vanta una lunga esperienza nella progettazione di componenti frenanti aftermarket. Un'esperienza che ha goduto della sperimentazione iniziata 15 anni fa nelle gare automobilistiche Nascar; gli Stati Uniti vantano infatti una lunghissima tradizione nella elaborazione di auto e moto, grazie al fatto che in America il tuning è assolutamente libero e consentito!
Immaginiamo già l'invidia degli appassionati italiani di elaborazioni, ma abbiate fede: la liberalizzazione del tuning (relativa per ora ai sistemi frenanti) rappresenta un primo importante passo che avvicina l'Italia agli altri Paesi europei, come Inghilterra o Germania. Paesi dove è molto più semplice elaborare il proprio veicolo, senza per questo incappare nelle forche caudine di un codice stradale eccessivamente repressivo.
Il reparto High Performance della Brembo opera da diversi anni anche in Germania e Giappone, che hanno da tempo liberalizzato il tuning, favorendo in questo modo la crescita di un importante settore economico legato all'industria motociclistica. Da settembre la nuova normativa apre delle interessanti prospettive anche in Italia, dove finalmente si potrà circolare su strada con una moto (o auto) modificata nell'impianto frenante e nel pieno rispetto della legge.
La garanzia della Casa non decade più in seguito a una modifica omologata
Alessandro Zanini (Direttore Mercato Racing Retail e Road Performance) ci spiega inoltre che «grazie alla nuova normativa, la garanzia del costruttore auto e motociclistico non decade se andiamo a montare un sistema frenante diverso, ma omologato. Si tratta di un aspetto fondamentale che tutela il consumatore nel momento in cui va a fare delle modifiche migliorative ai freni della sua moto».
E d'altra parte si aprono nuove prospettive commerciali per le stesse aziende motociclistiche, le quali potranno includere nei loro cataloghi di accessori anche gli impianti frenanti.
Di pari passo si creano nuove opportunità per i costruttori di impianti frenanti, che potranno realizzare kit destinati non più e non solo all'impiego racing.
Si potranno modificare, nel rispetto della legge, solo i freni?
Risponde il dottor Cesarini: «Oggi partiamo con i freni, ma la stessa ANCMA si è mossa con decisione e presto arriveranno anche le omologazioni degli altri componenti. La via è stata aperta e abbiamo trovato degli interlocutori attenti e disponibili presso il Ministero dei Trasporti».
da moto.it
Dal 24 settembre 2010 anche in Italia si può sostituire e migliorare l’impianto frenante della propria moto (o auto) nel pieno rispetto della legalità. Brembo ci spiega come si è arrivati alla nuova legge
Tuning. L'Italia non è più la Cenerentola d'Europa
Il legislatore ha deciso di aprire questo mercato che finora era sostanzialmente bloccato da una normativa che prevedeva un processo di omologazione lungo e incerto.
Infatti, secondo il codice della strada, solo i costruttori di veicoli potevano concedere all’utente che ne faceva richiesta un “nulla osta” per modificare il sistema frenante della sua vettura o motocicletta.
Se un automobilista o motociclista circolava sulle strade pubbliche senza nulla osta e successiva verifica presso la Motorizzazione incorreva nel sequestro della carta di circolazione, in una pesante sanzione pecuniaria, nella necessità di reinstallare il sistema conforme e rifare il collaudo alla Motorizzazione Civile per riottenere la carta di circolazione.
Dal 24 Settembre, invece, tutte le imprese che operano nel settore automotive potranno vendere sistemi frenanti per una data vettura e motociclo con caratteristiche diverse da quelle del primo equipaggiamento, previo ottenimento di una omologazione pubblica.
L’utente finale, a sua volta, potrà acquistare questi prodotti omologati presso qualunque punto vendita specializzato e farli installare sul proprio veicolo, dopo aver effettuato una semplice procedura, e viaggiare in tutta sicurezza sulle strade pubbliche.
La novità è prevista nel nuovo art.75 del Codice della Strada (modificato con legge 27 febbraio 2009, nr 14) ed è stata resa operativa con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 10 settembre, del relativo decreto attuativo che contiene sia le indicazioni per le imprese costruttrici (sull’iter da seguire per ottenere l’omologazione dei sistemi frenanti, o di parte di essi, che si vuole mettere sul mercato), sia le indicazioni per gli utenti finali che acquistano questi nuovi componenti omologati.
In questo modo, il legislatore ha inteso liberalizzare questo comparto, da un lato favorendo la libera concorrenza tra aziende di componenti automotive, dall’altro permettendo all’utente finale, automobilista e motociclista, di migliorare il proprio sistema frenante; tutto questo con una procedura che mantiene la sicurezza delle auto e delle moto che montano impianti diversi da quelli originali.
Il Decreto attuativo e la procedura
Il decreto attuativo prevede la possibilità di modificare i “sistemi frenanti” per le categorie M1 (autoveicoli fino a 3,5 ton) e L3 (moto a due ruote superiori ai 50 cc).
Per “sistema frenante” s’intende l’insieme costituito dai dischi freno ed eventualmente “da uno o più dei seguenti accessori: pinze freno, pastiglie, adattatori pinze, tubazioni di collegamento, sensori e pompe per i motocicli”. Per “Modifica”, prescrive ancora il decreto, si intende l’installazione di un impianto frenante con “caratteristiche diverse rispetto all’impianto di primo equipaggiamento”, per quanto riguarda “i materiali utilizzati, le forme, la grandezza” uniti con elementi “combinati in modo diverso rispetto ai corrispondenti elementi dell’impianto originale”.
L’iter procedurale per ottenere l’omologazione di un componente prevede che l’azienda costruttrice ne faccia richiesta al Servizio Tecnico del Dipartimento per i Trasporti, che ne verifica la documentazione, i dati tecnici, i componenti, i veicoli strumentati.
Vengono poi eseguite prove funzionali e di durata, e solo alla fine la Direzione generale della Motorizzazione Civile rilascia il certificato di omologazione. A sua volta, l’utente che voglia installare questi prodotti omologati, deve acquistarli, recarsi da un installatore qualificato che monti i componenti secondo le istruzioni obbligatorie del costruttore e rilasci un certificato di installazione.
A questo punto l’utente può andare all’Ufficio della motorizzazione civile per effettuare il collaudo e ottenere l’aggiornamento della carta di circolazione.
Ovviamente l’utente finale non può scegliere a piacimento i componenti da installare, ma troverà dai rivenditori diversi “pacchetti” di componenti, già confezionati dal costruttore, tra i quali scegliere. Questo perché il pacchetto proposto è stato testato e verificato dal costruttore del sistema, cosa che non sarebbe possibile se lo stesso sistema venisse “assemblato” in proprio dall’utente finale.
L'esperienza Brembo nell'aftermarket
Come ci spiega il dottor Riccardo Cesarini (Direttore Brembo Performance), l'Azienda italiana vanta una lunga esperienza nella progettazione di componenti frenanti aftermarket. Un'esperienza che ha goduto della sperimentazione iniziata 15 anni fa nelle gare automobilistiche Nascar; gli Stati Uniti vantano infatti una lunghissima tradizione nella elaborazione di auto e moto, grazie al fatto che in America il tuning è assolutamente libero e consentito!
Immaginiamo già l'invidia degli appassionati italiani di elaborazioni, ma abbiate fede: la liberalizzazione del tuning (relativa per ora ai sistemi frenanti) rappresenta un primo importante passo che avvicina l'Italia agli altri Paesi europei, come Inghilterra o Germania. Paesi dove è molto più semplice elaborare il proprio veicolo, senza per questo incappare nelle forche caudine di un codice stradale eccessivamente repressivo.
Il reparto High Performance della Brembo opera da diversi anni anche in Germania e Giappone, che hanno da tempo liberalizzato il tuning, favorendo in questo modo la crescita di un importante settore economico legato all'industria motociclistica. Da settembre la nuova normativa apre delle interessanti prospettive anche in Italia, dove finalmente si potrà circolare su strada con una moto (o auto) modificata nell'impianto frenante e nel pieno rispetto della legge.
La garanzia della Casa non decade più in seguito a una modifica omologata
Alessandro Zanini (Direttore Mercato Racing Retail e Road Performance) ci spiega inoltre che «grazie alla nuova normativa, la garanzia del costruttore auto e motociclistico non decade se andiamo a montare un sistema frenante diverso, ma omologato. Si tratta di un aspetto fondamentale che tutela il consumatore nel momento in cui va a fare delle modifiche migliorative ai freni della sua moto».
E d'altra parte si aprono nuove prospettive commerciali per le stesse aziende motociclistiche, le quali potranno includere nei loro cataloghi di accessori anche gli impianti frenanti.
Di pari passo si creano nuove opportunità per i costruttori di impianti frenanti, che potranno realizzare kit destinati non più e non solo all'impiego racing.
Si potranno modificare, nel rispetto della legge, solo i freni?
Risponde il dottor Cesarini: «Oggi partiamo con i freni, ma la stessa ANCMA si è mossa con decisione e presto arriveranno anche le omologazioni degli altri componenti. La via è stata aperta e abbiamo trovato degli interlocutori attenti e disponibili presso il Ministero dei Trasporti».
da moto.it

- ciocmangion
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Re: Modifica impianto frenante
una buona notizia, l'unica seccatura sarà il collaudo 68,00 € 

- SirioUFO
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Re: Modifica impianto frenante
E quindi... praticamente una cagata...A sua volta, l’utente che voglia installare questi prodotti omologati, deve acquistarli, recarsi da un installatore qualificato che monti i componenti secondo le istruzioni obbligatorie del costruttore e rilasci un certificato di installazione.
A questo punto l’utente può andare all’Ufficio della motorizzazione civile per effettuare il collaudo e ottenere l’aggiornamento della carta di circolazione.
Ovviamente l’utente finale non può scegliere a piacimento i componenti da installare, ma troverà dai rivenditori diversi “pacchetti” di componenti, già confezionati dal costruttore, tra i quali scegliere. Questo perché il pacchetto proposto è stato testato e verificato dal costruttore del sistema, cosa che non sarebbe possibile se lo stesso sistema venisse “assemblato” in proprio dall’utente finale.
Praticamente tutti noi abbiamo modificato l'impianto frenante... vuoi per i tubi, vuoi per la pompa, voi per dischi e pinze... ma chi lo ha fatto montare da un installatore qualificato?
E poi che menata... dover andare in motorizzazione per rifare il collaudo...
Una piccola apertura, ma come al solito braccata da altre 1000 regole che rompono i maroni... e ulteriori spese...
Rimaniamo comunque la Cenerentola... come al solito...

http://vivailmaiale.wordpress.com/

Ma il giorno seguente non mi piaceva niente
tranne una frase giocosa ed eloquente
diceva: il lavoro debilita l'uomo
Il lavoro debilita l'uomo

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- Dak
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Re: Modifica impianto frenante
no, più semplicemente : dato chè c'è ciccia per tutti, diamo da mangiare a tutti quanti, tanto chi se la piglia nel culo è sempre l'utente.
Meglio bannato che diffidato [cit.]
Chi muore inseguendo un sogno sorride alla morte e il sorriso cancella qualsiasi violenza.
U.H.T. Man......
E voglia 'e metter 'o rum...chi nasce strunz nun pò addiventà babbà.....
Chi muore inseguendo un sogno sorride alla morte e il sorriso cancella qualsiasi violenza.
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Re: Modifica impianto frenante
ah ma tanto quelli che già montiamo non vanno bene...la cosa vale per i prodotti futuri omologati per il modello in questione

- gianni70
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Re: Modifica impianto frenante
e infatti.....Axloide ha scritto:ah ma tanto quelli che già montiamo non vanno bene...la cosa vale per i prodotti futuri omologati per il modello in questione









- MAS51
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Re: Modifica impianto frenante
si esatto, come i terminali,
racing 150 euro, omologato 300 euro piu il collaudo per un terminale che in piu ha dbk e stampigliatura.
cmq almeno per i freni potrebbero chiudere un occhio, chi li monta male non ci arriva fuori dalla serranda del box, e si autoelimina in un istante... selezione naturale!
racing 150 euro, omologato 300 euro piu il collaudo per un terminale che in piu ha dbk e stampigliatura.
cmq almeno per i freni potrebbero chiudere un occhio, chi li monta male non ci arriva fuori dalla serranda del box, e si autoelimina in un istante... selezione naturale!
